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L’associazione MI.F.A. onlus è la prima associazione che si occupa di fauna e ambiente a trattare in maniera scientifica e seria l’argomento della geoingegneria (scie chimiche), fenomeno purtroppo reale e che sta causando seri problemi di impatto ambientale. Pertanto appoggia la conferenza che si terrà proprio a Buccinasco il 5 dicembre 2012. Vi aspettiamo!
mercoledì 5 dicembre – ore 20.45
L’Assessorato all’Ecologia propone un incontro di divulgazione “Scie in cielo timori sulla Terra – Attività segrete di geoingegneria e guerra del clima?” che si terrà mercoledì 5 dicembre presso Cascina Robbiolo in via Aldo Moro 7 alle ore 20.45.
All’incontro, organizzato dall’Associazione Riprendiamoci il Pianeta, Draco Edizioni e Associazione Galileo di Parma, interverranno l’editore Massimo Rodolfi, il biologo e giornalista Giorgio Pattera e Domenico Azzone, 1° Maresciallo Esperto Meteo dell’Aeronautica Militare.
L’evento ha l’intento di portare all’attenzione il fenomeno ancora poco trattato, ma che è osservabile da chiunque e ormai ampiamente documentato, noto come “scie chimiche”. Le scie chimiche rilasciate da continui voli di aerei militari riempiono la volta celeste di una spessa coltre grigio-lattiginosa, definita comunemente dai meteo “innocue velature”.
L’Associazione MI.F.A. Onlus organizza la presentazione del primo “Atlante delle libellule, damigelle e farfalle di Buccinasco” nella serata di sabato 17 novembre alle ore 21.00 presso Cascina Robbiolo, via Aldo Moro 7. Ingresso libero.
La serata inizierà con la presentazione dell’Associazione MI.F.A. Onlus, l’illustrazione della biodiversità e natura a Buccinasco, la presentazione dell’atlante e terminerà con la proiezione di una mostra fotografica multimediale “fauna e ambiente”.
L’Atlante ha lo scopo di elencare e registrare le specie di odonati (libellule, damigelle) e lepidotteri (farfalle) che vivono nel Comune di Buccinasco. Questi invertebrati rappresentano un importante indicatore di salute ambientale e la loro presenza è segno di una buona qualità del territorio. Conoscere la piccola fauna e tutelare i rispettivi habitat è una prerogativa fondamentale per perseguire la conservazione biologica delle specie e quindi di noi stessi.
Il Progetto “NaturAmica” è un progetto di educazione ambientale coordinato dall’Associazione ProLoco di Buccinasco, in collaborazione con MI.F.A. Missione Fauna e Ambiente, Legambiente Circolo di Buccinasco – Corsico “Il Fontanile” e la Cooperativa Soc. Spazio Aperto. Il progetto ha coinvolto le scuole medie ed elementari, pubbliche e private, sensibilizzando alle tematiche ambientali e al tema della prevenzione e della lotta al degrado ambientale.
Turisti a Buccinasco
Per certe avventure non si parte mai quando si parte. Si parte prima. Fino a poco tempo fa eravamo seduti su una sedia, nella biblioteca della scuola, a guardare dei filmati, delle presentazioni, riguardanti la fauna e la flora del mondo intero. Spesso, siamo stati anche turisti, seduti sulla poltrona di qualche aereo, diretti per chissà quale destinazione: dall’Italia alla Francia, dalla Francia all’America, sempre curiosi di conoscere paesi lontani. Spesso però, ci siamo dimenticati di andare alla scoperta di quello che avrebbe potuto celarsi dietro l’angolo di casa nostra. Ma ecco che la scuola ci presenta una grande occasione, dandoci l’opportunità di partire per un “viaggio” particolare, alla scoperta di un grande tesoro: l’ambiente naturale che ci circonda. In questa esplorazione, saremo accompagnati da una guida che conosce bene il nostro territorio: Samuele, grande amico della natura. Si parte. Prima tappa il parco Spina Azzurra. Eccoci, davanti a un laghetto dall’acqua zampillante, in cui le papere e le anatre, a dir poco pavoneggianti, sono intente a dominare il loro specchio d’acqua urbano, quasi a volerlo proteggere dai vandali che, vi porgo le mie scuse, non finirei mai di insultare. A seguire, Samuele, ci conduce verso la seconda tappa, un altro laghetto artificiale che, per ironia della sorte, sorge proprio davanti alla nostra scuola. Questa volta ad aprirci la porta sono le oche Cinesi, Padovane, Romagnole e i Germani, che ci accolgono proprio come se fossimo degli ospiti inaspettati. Questo laghetto, punto simbolico di Buccinasco, accoglie anche altri graditi ospiti, che tagliano il cielo quando percepiscono dei cambiamenti climatici. Tra questi ospiti spiccano i gabbiani in Inverno e i rondoni in Estate. In seguito facciamo tappa davanti ad un fico possente, quasi che si voglia imporre su tutti gli altri alberi. Accanto a lui le sue scorte, due sambuco dall’aria poco scherzosa che fanno da sfondo a un cielo morto che si apre sopra i nostri occhi. Lasciato questo panorama, che definirei quasi “orientale”, ci rimettiamo in cammino sulla retta via, per poi fermarci solo dopo pochi metri. A giustificare questa nuova sosta, c’è la spiegazione di Samuele sulla creazione della cava artificiale e del ruolo delle pietre che, sostenute da reti metalliche, fanno da muro alle erosioni. A catturare la nostra attenzione, poco dopo, ci sarà una casa per pipistrelli (se preferite bat’s house) che dal mio punto di vista, trovo sia una cosa molto curiosa e geniale. Questi “uccelli” che spesso definiamo come “schifosi topi volanti”, in realtà sono molto utili, perché riescono a difenderci da quelle più che mai odiose zanzare (con cui ho fatto diverse battaglie) e a ristabilire la biodiversità della fauna. Dopo tanti passi incontriamo un laghetto naturale (alimentato dall’acqua di falda), celebre per le “mille o più” nutrie che nasconde al suo interno. Sarà qui, all’ingresso del parco del fontanile Mortisia che ci accorgeremo che fare delle foto, oltre che diritto, diventa dovere. Anatre, Oche e bella compagnia se la spassano tutto il giorno e, di corteggiamento in corteggiamento, di sfornata in sfornata (i piccoli sono quasi all’ordine del giorno), si costruiscono la loro giornata nell’immensa quiete che noi gli abbiamo negato nei nostri 30 minuti di permanenza nel parco sub-urbano. Il fontanile però non ci ha riservato solo questa bella immagine, ma aimè, avendo patito una grave siccità è diventato anche una specie di grande tomba dei poveri pesci a causa della mancanza di ossigeno. E’ qui che Samuele porrà una domanda a cui seguirà una sua (ovviamente) immediata risposta: – Perché gli alberi sorgono vicino ai corsi d’acqua? – Per mantenere compatto il terreno. Samuele mi ha anche fatto provare un sentimento felice, quando ci ha informato dell’esistenza di ben 80 specie d’uccelli nel nostro paesino. Allo stesso tempo però ho provato molto disagio, quando invece ci ha informato dell’esistenza di un divieto importante: fatta eccezione per gli autorizzati (tra questi il simpatico Willy, la nutria di Samuele), è reato immettere e detenere, nel nostro territorio, animali selvatici. Allo stesso tempo però, siamo obbligati ad aiutare la fauna selvatica, nel caso in cui qualche esemplare dovesse trovarsi in difficoltà. Mentre sono intento a scrivere sul mio block notes, mi devo interrompere, per salutare un’anatra assonnata che è in ascolto, e invitarla a tornare in acqua. Dopo questo pit stop, grazie sempre al contributo di Samuele, scopriamo quanto siano importanti gli animali che hanno contribuito alla formazione di oggetti altamente tecnologici e meccanici, come ad esempio gli aeroplani, e il martello pneumatico. Rispettivamente ringrazio quindi le rondini e i picchi, che hanno facilitato con la loro vita, la creazione degli oggetti appena nominati. Un altro esempio d’ignoranza 100% (potrei scrivere un libro solo con questi esempi) ci viene dato quando sentiamo che i vandali, si divertono a tirare i sassi agli animali. Nel mirino hanno i maschi delle anatre, che corteggiano sì le loro femmine, magari anche in maniera troppo asfissiante, ma non meritano certo le sassate, che invece dovrebbero tornare al mittente, come fossero un boomerang. L’ultima tappa è il fontanile Brianzona e la via della Musica; ed è in questa via che faremo anche la nostra ultima sosta. A prima vista solo un genio riuscirebbe a comprendere che il lampione è una matita, la panchina un giradischi, le piastrelle un disco, Tutto nel complesso in questa via è tenuto male, a partire dai cartelloni dei musicisti, sino al povero sofferente fontanile. Peccato, perché qui ci si potrebbe sentire lontano dai rumori e dalla frenesia della città. Invece i vandali hanno preso di mira il fontanile, che oltre a patire una strana siccità, si ritrova a essere una discarica del pericoloso amianto, che viene addirittura bruciato, diffondendone la pericolosità nell’ambiente circostante. Senza gesticolare, senza proferir parola, ma soltanto per iscritto voglio rimproverare coloro i quali hanno buttato nel rogo la loro vita, il loro futuro prendendo l’amianto in mano, sigillando così, inconsapevolmente, una morte che hanno chiuso in cassaforte, mi correggo, nei loro polmoni e purtroppo forse anche nei nostri. Ed eccomi passo dopo passo…o meglio polpastrello dopo polpastrello pigiati sulla tastiera del mio computer, alla conclusione di quest’avventura. Spero tanto che questo “viaggio”, nonostante il tempo malinconico che ha avuto da sfondo, lasci il segno su tutti noi. Noi che siamo il futuro, dobbiamo imparare ad amare e tutelare l’ecosistema in cui viviamo. Non mi resta che chiudere il sipario e ringraziare lo “staff” di quest’avventura, e il mio gatto che mi ha aiutato a realizzare questo componimento.
Lorenzo Conti (classe 1C)
SPECIE ALLOCTONA: specie introdotta in una nuova area per l’intervento intenzionale o accidentale dell’uomo. Senza l’intervento dell’uomo la specie non riuscirebbe mai a superare le barriere naturali (montagne, mari, oceani) che separano l’area di origine da quella di introduzione. Sinonimi: specie esotica, specie aliena, specie non-nativa, specie introdotta.
SPECIE AUTOCTONA: taxon, a livello di specie o sottospecie, naturalmente presente in una determinata area nella quale si è originato o è giunto senza Leggi il resto di questo articolo »
Quando Noè riempì l’arca con gli animali non distinse tra autoctoni ed alloctoni e questo perché il fine era preservare la vita, tutta la vita, e non può essere che un controsenso, un’incongruenza filosofica, uccidere pesci per salvare un ecosistema… Oggi non stiamo cercando di salvare la “Vita”, ma solo una manifestazione di questa, la fauna originaria. L’inquinamento, il disagio ambientale, origina solo da due cose: ignoranza e egoismo, e questa “caccia alle streghe”, questo enfatizzare l’alloctono come male appare sempre più come una questione politica piuttosto che “ambientale”; assomiglia sempre più a quel egoismo da cui originano i mali dell’ambiente: il volere la fauna autoctona nonostante le mutazioni ambientali, il volere tutelare l’interesse dei pescatori di mestiere e i mercati, il guadagnare attraverso le sanzioni, il trovare un capro espiatorio… Sembra che l’alloctono serva a distrarre da problemi più gravi e a garantire la sopravvivenza di alcune branche amministrative. Rimangono però i dati di fatto, le osservazioni obbiettive che ogni utente dei bacini idrografici italiani può fare; le leggi, l’insieme di norme che mirano al contenimento degli alloctoni si è rivelato un fallimento, causando mali peggiori della minaccia “aliena”. Però, in virtù dell’umano egoismo hanno generato denaro “privato”, e forse solo questo conta… Nella nostra “sub-cultura” ecologica, la massa crede che il fiume sia una risorsa inesauribile, infinita, capace di subire ogni oltraggio ed incassarlo: chimica selvaggia ed incontrollata, captazioni idriche, prelievi di ghiaia, uccisioni indiscriminate di pesci, per essere venduti, per essere trofei, o peggio di tutto, perché ritenuti “indesiderati”…
Ma se oggi ci privassimo degli alloctoni, siamo sicuri che le nostre acque potremmo definirle vive? Egoismo a parte, interessi esclusi, siamo sicuri che accettare la mutazione della nostra fauna ittica sia un male? E’ possibile che lo spauracchio di una multa di 100 euro sia sufficiente a farmi vincere l’orrore di uccidere e gettare in un cassonetto un Amur o un’Aspio?
Uccidere un animale che ha solo due colpe: aver abboccato al mio amo ed essere considerato alloctono… Uccidere un pesce che nel novanta per cento dei casi non può essere destinato all’alimentazione umana, e che quindi muore solo in ragione del nostro egoismo. Se da un lato è vero che bisogna adoperarsi perché gli alloctoni non colonizzino nuove aree, in quelle dove sono oramai una realtà consolidata, qualsiasi intervento di contenimento operato o si è ripercosso sul ecosistema o sul pescatore sportivo, e pesci e pescatori in questi anni hanno una cosa in comune: entrambi sono muti. Che differenza c’è tra non andare a pesca e reimmettere il pesce? Cosa cambia per l’ambiente? Cambia però quanto incassa il redattore della norma che vieta il rilascio… La soluzione quindi può arrivare solo attraverso un’informazione corretta e obbiettiva, una valutazione che tenga conto di tutto il panorama ecologico e una gestione integrata e generale del fenomeno, lontana da quella attuale che permette ad ogni singola provincia, ad ogni “feudo” di frazionare con iniziative singole ed approssimative un biotipo che è collegato ed unitario, e spingersi a cercare soluzioni costruttive anziché organizzare battute di “pulizia ittica” degne di una mentalità specista. Il “male” alloctono può quindi divenire, in quelle acque che oramai li ospitano in modo stabile, una risorsa da integrare e contenere ad esempio attraverso una politica di valorizzazione del turismo e dello sport, mentre i trascorsi tredici anni di norme “ammazza pesci” non hanno prodotto nulla: gli alloctoni ci sono ancora e i nostri ambienti acquatici sono ancora “terra di nessuno”. Continuando a gestire in questo modo la nostra fauna ittica tra qualche decennio oltre agli autoctoni rimpiangeremo anche gli alloctoni, considerato che ogni opera di tutela e studio dei pesci non coinvolge neanche il 3% delle nostre acque mentre industria, agricoltura, edilizia e produzione di energia elettrica hanno la priorità su ogni goccia d’acqua del nostro paese. La vita che è sopravvissuta è “aliena” e cosa fanno le amministrazioni provinciali alla luce di questa considerazione? Emanano leggi per ucciderla…
Di Gianluca “il Basco” Milillo
fonte: http://www.grupposiluro.it/Varie/Considerazione_alloctoni.htm
Forse qualcuno non lo sa ma insetti come api, bombi ed affini sono animali protetti dalla legge (Legge 313/2004.)
Quando sento parlare di insetticidi per le api o insetticidi in genere mi vengono i brividi e mi domando se chi li usa è veramente consapevole del danno di cui si rende responsabile spargendo questi veleni nell’ambiente. Se non vi importa della vita delle altre specie e dell’ambiente pensate almeno a quella dei vostri figli o delle generazioni future, che sarà un inferno nel momento in cui dovessero scomparire le api: non uccidetele e non usate insetticidi! Per chi non lo sapesse infatti l’ecosistema non è qualcosa di estraneo a noi ma una trama di cui noi siamo soltanto una maglia, assieme a migliaia di altre specie: tutto è interconnesso e qualunque danno alle spese di una specie o di un ambiente si ripercuote su tutto il sistema con conseguenze più o meno catastrofiche. Come fare allora se vi trovate di fronte a degli imenotteri e temete di essere punti? Capisco l’apprensione di una persona allergica al veleno o che ha bambini piccoli o animali domestici ma non bisogna lasciarsi prendere dal panico: esistono dei modi per evitare di farsi pungere, senza per questo uccidere gli insetti e seminare morte e distruzione con insetticidi e veleni. Vediamo come comportarci con le api (ma vale un po’ per tutti gli imenotteri volanti, comprese le vespe ed i calabroni):
L’argomento vespe e calabroni viene specificamente trattato in un altro articolo che potete trovare QUI.
Costruzione di una rete interrata per difendere il proprio orto o campo dagli ungulati (cinghiali, caprioli, cervi, ecc.)
Gli ungulati, in particolare i cinghiali sono dotati di grande forza, capaci di scavare buche profonde anche 50 cm o di caricare le normali recinzioni nel tentativo di forzarle. Una semplice staccionata o una rete tradizionale potrebbe non essere sufficiente a scoraggiare questi grossi ungulati ad accedere alle vostre coltivazioni. Una recinzione seminterrata deve raggiungere una profondità di circa 50 cm, deve possedere un sistema di dissuasione allo scavo e deve essere molto solida. Se deve impedire l’ingresso ad animali saltatori come caprioli, daini e cervi, la rete dovrà essere Leggi il resto di questo articolo »
Buccinasco (MI) – Si terrà sabato 19 novembre alle ore 21,00 presso Cascina Robbiolo in via Aldo Moro 7 a Buccinasco (MI) la serata di presentazione del “primo atlante e checklist della biodiversità di Buccinasco (MI)”. L’evento è organizzato dall’associazione MI.F.A. onlus in collaborazione con l’associazione Tom&Jerry onlus e con il patrocinio del Comune di Buccinasco. Sarà presente anche il dott. Lorenzo Fornasari – ornitologo e responsabile scientifico di Fauna Viva – che illustrerà un progetto molto interessante relativo alle migrazioni in Lombardia. Una serata che segnerà la storia naturalistica di Buccinasco dando vita al primo volume dedicato completamente allo studio e al monitoraggio della fauna e flora del nostro territorio. Vi aspettiamo!
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